Il bello della Germania.
di Pigi Mazzoli
pigi.mazzoli@libero.it
(pubblicato in "Pride", settembre 2007)
Quest'anno si celebra il sessantesimo anniversario del primo forno a microonde. Applicazione casalinga del radar, del tutto casuale. Era il 1946, Percy Spencer stava testando nuovi emettitori di radiazioni elettromagnetiche per i radar, i magnetron, nel suo laboratorio negli Stati Uniti, quando si accorse che una tavoletta di cioccolato che aveva in tasca si era sciolta. Ebbe l'illuminazione e provò a cuocere del grano turco, e fece del pop corn. Poi provò con un uovo, che esplose in faccia ad un tecnico del laboratorio. Non si scoraggiò e, tempo un anno, nel 1947, il primo forno a microonde appariva già sul mercato.
Grande invenzione il forno a microonde, soprattutto per noi omosessuali. Perché si adattano alle coppie conviventi, dove di solito lavorano entrambi, sia per scaldare la colazione mattutina senza sporcare tegamini e fornelli, che per riscaldare la cena serale, magari preparata insieme il sabato o la domenica, o la sera prima. Ma invenzione che si adatta pure bene all'omosessuale singolo che abiti da solo e che, oltre alla colazione e alla cena, potrà scaldare alle quattro di mattina, al ritorno dal battuage, anche una tazza di latte o gli spaghetti avanzati della sera. Quest'ultima opzione è utile pure per quegli omosessuali che abitino coi genitori, magari ottuagenari, perché comunque, probabilmente, usciranno la sera, e saranno anch'essi affamati al ritorno. E vogliamo poi mettere la possibilità di scongelare rapidamente i cibi precotti che in gran quantità l'industria alimentare ci mette a disposizione? Sono molte le coppie omosessuali in cui nessuno dei due è portato per la cucina. Concludo chiedendo che il forno a microonde venga annoverato fra le grandi conquiste della comunità LGBT!
Siete dubbiosi per questa mia affermazione? Vi garantisco invece che quest'elettrodomestico è senz'altro più utile di quella sfilza di proposte di legge per le unioni civili che ci vengono propinate un giorno dopo l'altro. Già dal nome. Forno a microonde venne chiamato nel 1947 e forno a microonde si chiama ancora oggi. Le unioni civili invece si sono chiamate via via Pacs, sperando nel modello francese e nel voto trasversale nel parlamento italiano, poi Dico, sperando nel programma e nella forza della coalizione, poi ancora Cus, sperando non so in cosa, forse nell'effetto stanchezza dei gay italiani, che ad un certo punto potrebbero essere pronti a portare a casa qualsiasi cosa.
Portatevi a casa un microonde, è senz'altro la scelta migliore!
E pensare che la società italiana ha saputo da sempre dell'esistenza degli omosessuali. Con qualche censura qua e là. Come quando Mussolini assicurò ad Hitler che in Italia non esistevano omosessuali (ma intanto li mandava al confino). O dovendo fare i conti con Pasolini, che è stato forse il primo personaggio illustre a non nascondere la sua sessualità, mettendo tutti di fronte alla loro omofobia e combattendola opponendo la sua cultura.
Ma non è più il sessantotto, ora i gay sono ben visibili. Nella fiction, nella moda, e anche nell'arte, grazie alla mostra di Sgarbi a Milano, che tanto clamore e tante proteste ha suscitato. E pensare che uno dei simboli dell'Italia, con il Colosseo e la torre di Pisa, è il David di Michelangelo. Che è passato indenne da foglie di fico posticce per tutti questi secoli, fortunatamente. Ma che se si sapesse troppo in giro dell'omosessualità di Michelangelo forse rischierebbe di finire in un'ala un po' fuori mano degli Uffizi, magari vietata ai minori.
Qui in Italia sono tutti troppo abituati a rimuovere le cose scomode. Fin dagli anni novanta l'Istat ha eliminato il dato sull'ateismo dai suoi questionari, già che era in aumento, ed ora il Vaticano ha il campo libero per dichiarare ogni anno che i cattolici sono in crescita in Italia, mentre dai sondaggi più seri sono in calo, come nel resto del mondo. L'abitudine a nascondere la realtà fa sì che ora in parlamento si dichiarino quasi tutti cristiani, e che come cristiani possono riconoscere solo la sacralità della famiglia tradizionale. E pronti a sperticarsi sul bene supremo e su cosa serve veramente agli omosessuali, ai quali nessuno vuole togliere diritti individuali. Vorrei ben vedere! Cosa ci potrebbero togliere, il voto? Alleanza Nazionale cercò a suo tempo di toglierci il diritto all'insegnamento, ma non ci riuscii.
Già ci tolgono un po' di soldi, per via delle facilitazioni alle famiglie. Mussolini (sempre lui) mise la Tassa sul celibato. Dopo la guerra non era più proponibile, avrebbe ricordato troppo l'ideologia del ventennio. Ma se non si può mettere una tassa su chi non si sposa allora basta abbassarle a chi si sposa. E se fa figli gli si abbassino ancor di più. Politiche per la famiglia. Per le case popolari paghiamo tutti, ma chi entra in graduatoria è solo chi si sposa, perché fa punti. E così anche per gli assegni familiari. Le famiglie con figli io le aiuterei con più nidi, più asili, più doposcuola. Così le donne potrebbero lavorare, anziché dipendere dal marito.
Ma se certi politici pensano ancora che le donne dovrebbero stare a casa a curare i figli, come far cambiare loro idea sui gay? Come far capire loro che non siamo tutti ricchi stilisti? Che non a tutti va bene la vita da single a casa dei genitori con vacanze a Ibiza?
Io continuo a pensare che la causa sia l'avere il Vaticano dentro casa, e il Concordato dentro la Costituzione. Altrimenti perché altrove, in Europa, con culture simili alla nostra, sono riusciti ad ottenere dal matrimonio alle unioni civili, dai Pacs al Civil Partnership Bill? Che avesse ragione Mussolini, che qui Italia non servono leggi per i gay, perché i gay non esistono? O forse dovremmo fare come le femministe negli anni settanta che si scagliavano contro le belle donne nude in copertina, e quindi noi scagliarci contro gli stilisti e gli omosessuali macchiette della televisione e del gossip?
Perché le proposte di legge sulle unioni omosessuali sono prese in considerazione solo se scritte da eterosessuali? Perché le proposte di legge scritte dai nostri rappresentanti LGBT in parlamento sono rimaste lettera morta? Siamo per caso degli incapaci che necessitano di un tutore? Sarebbe come far scrivere il nuovo catechismo da quelli dell'UAAR (Unione degli atei e agnostici razionalisti). Vi garantisco che verrebbe benissimo, perché hanno menti illuminate e capaci, hanno nelle loro fila anche Laura Balbo, il primo ministro della Repubblica Italiana che abbia dichiarato la liceità delle unioni omosessuali (e che per questo è stata prontamente licenziata), ma contano anche personalità come Margherita Hack, Dànilo Mainardi, e quel Piergiorgio Odifreddi del cui libro scrissi qualche mese fa.
Il Vaticano non accetterebbe una simile intrusione in fatti della fede da parte di chi non crede. Perché noi dovremmo accettare che siano degli eterosessuali cattolici a decidere quali sono le nostre necessità come coppie gay, ma soprattutto che siano loro a decidere quali diritti, che loro già hanno, siano a noi negati, perché diversi da loro nel desiderio sessuale?
Pensate, in Germania gli atei superano il trenta per cento della popolazione. Da loro, in Germania, gli omosessuali si possono unire già dall'anno duemila, e possono scegliere di portare un solo cognome ed ereditare dal partner. E dal 2004 possono anche avere figli in comune (con l'inseminazione artificiale per le lesbiche e adottare i figli nati precedentemente per tutti). In Germania quando ci sono le parate del gay pride, i giornali non fanno a gara per pubblicare foto di trasgender per dire che è una carnevalata, ma fotografano solo i più bonazzi per il piacere di lettori e lettrici.
In Germania, durante il gay pride, le ditte commerciali fanno a gara per accaparrarsi le simpatie degli omosessuali. Come in questa pubblicità stradale di una birra, ai lati del corteo del gay pride di Colonia, che celebra i Village People.
In Germania.
Ma noi, di tutte le cose belle della Germania, dovevamo proprio solo avere il Papa?
Perché mi fa paura la svolta a destra della sinistra
-
ZIG-ZAG
Perché mi fa paura la svolta a destra della sinistra.
di Pigi Mazzoli
pigi.mazzoli@libero…
-
07 Sep 2007
Siamo dappertutto, arrendetevi!
-
Siamo dappertutto, arrendetevi!
di Pigi Mazzoli
pigi.mazzoli@libero.it
(pubblicato in "Pride", ag…
-
05 Jul 2007
See all articles...
Jump to top
RSS feed- Latest comments - Subscribe to the feed of comments related to this post
- ipernity © 2007-2025
- Help & Contact
|
Club news
|
About ipernity
|
History |
ipernity Club & Prices |
Guide of good conduct
Donate | Group guidelines | Privacy policy | Terms of use | Statutes | In memoria -
Facebook
Twitter
Sign-in to write a comment.