ZIG-ZAG
Perché mi fa paura la svolta a destra della sinistra.
di Pigi Mazzoli
pigi.mazzoli@libero.it
(pubblicato in "Pride", ottobre 2007)

Stiamo imparando tutti che il bipolarismo ha portato con sé molta demagogia, perché per intruppare più della metà dei votanti, tolti i motivi veramente di destra e di sinistra (pena di morte, forte esercito, valori cristiani da una parte e welfare state, pace, laicità dall'altra) si può fare ricorso solo a richiami tanto ovvi quanto vuoti di significato. Tasse, sicurezza, sanità... argomenti apparentemente banali ma in realtà talmente complessi che ben si prestano per slogan sibillini che possono catturare facilmente il malcontento dei più. Tutti possono promettere tasse più giuste, ma neppure cento filosofi in assemblea potranno mai indicare la formula per la giusta tassa. La Costituzione della Repubblica Italiana dice:

Art. 53.

Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

ma quanto sarà progressivo questo obbligo, dove sarà situato il giusto mezzo, sono i politici a deciderlo, senza usare la filosofia, ma con un occhio alle elezioni successive.

E così accade anche per gli altri argomenti che la Costituzione tratta, in cui si parla di libertà ma anche di deroghe per motivi di sicurezza o di buon costume.

Per cui noi, omosessuali, che non siamo maggioranza e che non siamo neppure citati nella Costituzione, possiamo fare solo leva sulla politica. Ad esempio votando il centrosinistra perché ci promette le unioni civili.
Ma poi i politici ci fanno una pernacchia, perché sono di più i voti che porta con sé l'omofobo Mastella di quanti non siano gli omosessuali che passeranno da sinistra a destra per questa mancata promessa. Perché comunque per la maggioranza di noi è meglio un governo di centrosinistra senza unioni civili che uno di centrodestra omofobo nella sua totalità e comunque senza unioni civili. Lapalissiano.
Ecco perché non amo il bipolarismo.

I frutti di questa rincorsa all'argomento demagogico li vediamo ogni giorno.
La maggioranza non vuole le prostitute? Allora via le prostitute? Non si può fare la legge perché la Costituzione dice che siamo tutti uguali? Allora io multo loro e i loro clienti per motivi di ordine pubblico e viabilità. E spedisco le multe a casa, che le mogli possano sapere, perché la legge non me lo vieta. La maggioranza è contenta, ora potranno di nuovo portare i bambini nei viali di periferia quando è notte, che non faranno incontri imbarazzanti.

Se lo facessero a noi?
Mettiamo che la maggioranza questa volta puntualizzi il suo interesse sui gay. Le nostre discoteche, le nostre spiagge, le nostre case, gente che pensa solo a divertirsi e che non si prende nessuna responsabilità...
Per fortuna noi sappiamo urlare, abbastanza da aver eletto qualche gay in parlamento, da avere associazioni che mandano comunicati ai giornali e organizzano gay pride. Quando appena appena ci provano a parlare male di noi sentono qualche strillo e lasciano andare, tanto ci sono sempre le puttane, gli zingari, i delinquenti, i drogati...
Perché per la maggioranza, quella che manda in parlamento coloro che faranno le leggi, puttana o frocio non è nessuno dei due un complimento.

Questa sinistra che vuole più sicurezza mi fa paura, perché per la maggioranza noi siamo infidi: non abbiamo famiglie registrate all'anagrafe, non abbiamo figli da mantenere, ci piace scopare col primo venuto e non ce ne vergogniamo (anche a loro piace scopare col primo venuto, ma lo fanno di nascosto e con tanti sensi di colpa), ci divertiamo dal primo all'ultimo giorno della nostra vita senza ritegno, senza un po' di pudore.

Se ottenessimo le unioni civili, forse questa maggioranza così egocentrica, forse, inizierebbe a capire che anche noi abbiamo famiglie, e mutui da pagare, e lavori precari, e genitori da accudire, e medici da visitare...
Forse questa maggioranza inizierebbe a pensare che la vita va vissuta senza dover replicare modelli perfetti, come il matrimonio indissolubile, per essere felice. Forse certe famigliole, dove si nascondono drammi e violenze tra quattro mura, scoprirebbero che siamo tutti un po' froci, un po' puttane, un po' zingari.

Chi si ricorderà di noi froci alle prossime elezioni? Ma noi ci ricorderemo di loro e della loro presa per i fondelli?