Prima vacanza in due.
Di Pigi Mazzoli
(pubblicato in "Pride", agosto 2004)
Le coppie gay non conviventi sono come pianticelle costrette a crescere su di un terreno arido. Esse, le pianticelle, potrebbero trovare la situazione vantaggiosa, perché avrebbero la possibilità di crescere senza concorrenti scomodi. Oppure potrebbero ritrovarsi troppo deboli per un terreno ostile, senza nessuna protezione dal sole cocente, o essere l’unico cibo a portata di una lumaca di passaggio.
Sono tanti i motivi per cui, quando ci si innamora, non ci si ritrova a vivere insieme. Potrebbe essere che si vuole aspettare di essere sicuri della stabilità della relazione, prima di investire energie per traslochi, a volte cambi di città e di lavoro. Oppure si tiene alla propria libertà individuale (e magari a più facili scappatelle), come potrebbe essere che si sappia di avere un talmente brutto carattere da rendere impossibile la civile convivenza. Oppure si passa da una casa all’altra in due, come un eterno fidanzamento o, quasi, una continua vacanza. Oppure situazioni familiari, lavorative o solo economiche, semplicemente non permettono ad entrambi il coronamento di questo desiderio. Comunque sia, prima o poi, viene tempo di vacanze e quindi di convivenza, alla pari, in campo neutro, seppur limitata nel tempo.
Ecco dunque, siamo in agosto, un’utile guida per passare indenni questa prova.
Scelta del luogo.
Un altro distinguo: coppie aperte e coppie chiuse. Le prime giustamente avranno già da tempo pianificato la visita a tutti i santuari dell’incontro, ripartiti tra week end, ponti e ferie, con uno schema periodico di durata almeno quinquennale. Basato sulla lettura di tutte le guide gay disponibili a livello mondiale in cartaceo ed on line, ponderate con le esperienze di amici e conoscenti, mediato con le preferenze personali in fatto di etnie e, solo marginalmente, di climi. A queste coppie non servono suggerimenti ulteriori, ma solo i sinceri auguri di una vacanza succosa e calda.
Per le coppie chiuse, già che abbiamo toccato l’argomento sesso, un primo suggerimento: evitate ogni luogo che anche solo lontanamente possa instillare nell’altro il dubbio che la scelta sia interessata. I vostri pensieri sono lontani un miglio anche solo dal guardare un corpo che non sia quello del vostro fidanzato, eppure potreste mettere inavvertitamente l’asciugamano un po’ troppo vicino a qualcuno o veramente dover andare a fare pipì dietro i cespugli, ed ecco fatta la frittata, il vostro fidanzato potrebbe iniziare a dubitare. Quando si ama si diventa irrazionali, e la gelosia, pur piccola, immotivata, potrebbe rovinare la vacanza. Non pensiate che per essere gelosi si debba per forza essere egoisti e insicuri, c’è anche una gelosia che fa parte del desiderio per l’altro, e se il vostro fidanzato è così dovete avere cura della sua sensibilità e non metterlo in situazioni equivocabili.
Se siete voi i gelosi e ve ne vergognate, o forse solo lo dissimulate per paura di indurre nell’altro una fobia da soffocamento, non cercate di essere più forti di quanto potete sopportare, e se lui propone come meta per le vacanze un luogo notoriamente affollato da singoli, o coppie in cerca, cercate di prospettargli quale meraviglia può invece essere una vacanza intima, isolata, appassionata. Se non riuscite a fargli brillare gli occhi con l’immagine di una coppie abbracciata, solitaria, seduta sulla battigia a guardare il tramonto e a tutti i costi volesse andare nel famoso carnaio con dune e boschetto, allora forse non è esattamente la persona con cui voi avete la speranza di una futura serena convivenza. Potete considerare la possibilità di un rapporto meno coinvolgente, oppure direttamente decidere di troncare il rapporto prima di rischiare di trovarlo dietro al cespuglio con un altro.
Ero in vacanza a Sanremo, agosto, e una sera incontro un amico che era sparito da tempo dalla circolazione. Era deluso, addolorato. Conviveva già da un anno, innamoratissimo, gli elettrodomestici comprati in comune, quando era giunto il momento delle vacanze. Ha accettato la proposta dell’altro che gli ha descritto una spiaggettina isolata sulla costa francese. Ma durante i giorni passati fra un bagno e un riposo sdraiati sulla spiaggia, il suo amico si allontanava spesso, sempre più spesso e sempre più a lungo con una scusa o con un’altra. Vabbé innamorati, ma non coglioni, il mio amico riuscì a seguirlo di nascosto e lo trovò nel pieno di un’ammucchiata. Scoprì così che la solitaria spiaggetta francese non era altro che uno dei più frequentati luoghi di battuage estivi. Vi ho raccontato questo episodio, ma ne conosco altri simili, per allontanare da voi il sospetto che io sia esageratamente pessimista, e che invece è proprio vero che quando ci si innamora si diventa un po’ ciechi, e si va a sbattere il naso dolorosamente.
Ma lasciamo stare questi casi irrisolvibili, prendiamo invece una situazione più semplice. So di entrare in un luogo comune ma le domande che ci si porgono sono sempre quelle: “mare o montagna?”, “divertimento o riposo?”, “cultura o natura?”.
Tanto per fare personalismi, ecco come ci regoliamo io e Franco. Dato che io ho visto più luoghi di lui ma sono di salute più cagionevole (bell’eufemismo), lui sceglie il luogo tenendo conto del clima, ed entrambi teniamo conto del nostro portafoglio.
All’inizio parlavo della piantina che deve crescere. La vacanza, per chi non convive, è sia la prova sulle compatibilità e sul reciproco desiderio di assecondare i desideri dell’altro che il premio per un anno di lontananza, o di faticosi week end passati in treni affollati, o di brevi sere passate insieme dopo faticose giornate di lavoro.
Potrebbe essere che dopo un mese passato insieme, sempre insieme, non si veda l’ora di ritrovarsi da soli, con le proprie cose, nella propria casa, e forse allora dobbiamo pensare che siamo un po’ dei solitari e che dobbiamo conservare un ambito privato per tutta la vita. Ma potrebbe accadere che il mese corre via veloce e che alla fine quando ci si ritrova soli, entrambi sentano un vuoto insopportabile. Allora forse è il momento di riorganizzarsi e decidere di vivere assieme.
Le coppie conviventi (ne conosco tante) hanno degli automatismi nei rapporti, dovuti alla lunga conoscenza e all’abitudine dei piccoli gesti, che lascia loro il tempo per dedicarsi ad altre cose, più importanti.
Ma ricorderanno di certo con struggente dolcezza le prime spese al supermercato insieme, le prime docce in due chiuso nel piccolo box di metacrilato e alluminio, le prime lotte per il possesso notturno della coperta, o il vivere in comune quelle piccole cose che sono normalmente private, come andare in bagno o accudirsi durante una malattia.
Ecco, anzichè organizzare una vacanza perfettamente pianificata, densa di programmi interessantissimi, io preferisco lasciare per quanto possibile tutto da programmare al momento, per scoprire magari che a tutti e due piacerà non alzarsi dal letto per tre giorni e farsi coccole, o partire sull’istante per andare a sentire che aria tira su di una vetta alpina.
Scelta della compagnia.
Non bariamo, se si parte in compagnia di amici, anche di altre coppie, non si sottopone alla prova più dura il rapporto. Certamente ci si potrà divertire tantissimo, in compagnia. Ma mancherebbe quella solitudine a due che veramente è la prova decisiva per una futura convivenza. Gli amici aiutano a superare le crisi, distogliendoci dalle tensioni. L’amicizia è una cosa rara, e certi amici sono meravigliosi. Se vi capiterà di ritrovarvi in compagnia godete del momento felice e rimandate a un altro momento il vostro bisogno di intimità. Non cercate di avere le due cose insieme. Isolarsi dalla compagnia o negare al compagno i momenti d’intimità che desidera sono azioni detestabili.
Quindi guardatevi negli occhi e siate sinceri, se desiderate isolarvi un po’ ditelo pure ai vostri amici, saranno felici per voi e vi sproneranno loro stessi a partire da soli e staccare il telefonino. A proposito...
Scelta degli accessori.
Io non amo molto il telefonino, non per snobismo ma per età, e consiglio a tutti di provare di farne a meno. Considerate che sarete in due e quindi ci saranno due telefonini pronti a suonare nel momento sbagliato. Certamente ognuno ha una mamma o un amico ansioso che non sopporterà di non potervi rintracciare in qualsiasi momento, ma sacrificate per un po’ la vostra dedizione verso gli altri e dedicatevi a voi due. Certe scappatoie le conosciamo: “qui il telefonino non prende, quando c’è segnale ti chiamo io...” e altri piccoli sotterfugi per non far soffrire nessuno e riprendersi per un po’ per intero la propria vita.
La macchina fotografica per fermare qualche momento di intimità, qualche luogo dove si prova un’emozione. Cautela con questo mezzo, soprattutto ora che con una sola macchinetta elettronica si riescono a memorizzare alcune centinaia di immagini in uno solo chip. Che le foto non diventino al ritorno una punizione per gli amici costretti ad assistere al racconto illustrato dell’intero mese. Soprattutto che il desiderio di fermare un momento prezioso venga molto dopo il desiderio di vivere quel momento, alcuni vivono solo in funzione di ciò che possono documentare e rovinano, con la mania di cristallizzare e tramandare, ogni spontaneità possibile.
I libri e la musica.
So che alcuni non possono fare a meno degli uni o dell’altra, e di solito è segno di buon carattere e intelligenza vivace. Ma volete mettere lo sballo di incantarsi ad osservare l’altro mentre dorme russando un poco? E il cercare di stringersi al suo corpo mentre dorme, nonostante che il caldo insopportabile della piccola camera d’albergo non permetta a noi di chiudere occhio per tutta la notte? Avere il desiderio al mattino di raccontare i propri sogni di ascoltare quelli dell’altro? Piccole cose, più banali della trama di un bel libro, ma solo vostre.
Cartoline.
Non spazientite l’altro passando ore ad ogni espositore di cartoline che si incontra. A queste immagini paradisiache e ritoccate non ci crede più nessuno, e poi potreste dare l’idea di voler suscitare invidia. Meglio un’immagine un po’ casuale, un po’ banale, ma una dedica sincera. Una coppia di miei amici, aihmé scomparsi, si fecero fotografare sulla spiaggia abbracciati (e pallidi, primo giorno al sole) e mandarono la fotografia a tutti gli amici. Erano alle Hawaii, ma giuro che non ho provato invidia ma solo tanta tenerezza, e quella vacanza nella mia memoria è ancora un po’ mia.
Bene, ora siete pronti per la vostra prima vacanza in due. Siate pazienti, siate attenti, ma soprattutto siate voi stessi. Sarete felici.
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