A nudo
Una storia pulita
di Pigi Mazzoli
Pubblicato da "Pride", luglio 2003
Le indagini di mercato mi hanno sempre affascinato, soprattutto quelle casalinghe, il fai-da-te che a volte ci soccorre nei nostri dubbi, all'apparenza futili ma a volte molto profondi. Ero alle superiori e mi disperavo per il mio pene che, in erezione, tendeva a sinistra. Lo trovavo molto brutto. Ho chiesto praticamente a mezza scuola come fosse il loro pene e ho scoperto che questo era molto frequente anche negli altri. La maggior parte dei destri lo ha storto a sinistra e i mancini lo hanno a destra e probabilmente dipende da con che mano lo si ripone nelle mutande. Sembra una piccola cosa, non abbastanza importante perché gli studiosi ne trattino, ma per me era un piccolo dramma.
Quando ho iniziato a fare sesso sono incappato in un altro problema di cui non supponevo l'esistenza. Lo infiliamo nello stesso buco dove periodicamente escono le feci. E a volte, sfilandolo, abbiamo il sentore di ciò, e a volte molto più che il sentore...
Se vi disgusta questo problema non smettete di leggere ma anzi cercate di andare avanti, a volte sviscerare i problemi è faticoso ma è utile per superarli.
Torniamo alla nostra storia. Ecco cosa ci scrive un nostro lettore:
"Gentile Redazione di Pride, scrivo questa lettera poiché, durante alcune vacanze e viaggi di lavoro in Norvegia, Danimarca e Svezia, ho scoperto un lato estremamente particolare del comportamento gay, che si differenzia dagli usi e costumi tipici dei ragazzi italiani, e che, a mio parere, potrebbe essere d’esempio per noi dell’Europa del Sud.
Mi riferisco ad alcuni episodi durante i quali ho conosciuto dei bei ragazzi, in locali, bar, saune e addirittura per strada, e con i quali sono finito piacevolmente a letto… con alcune sorprese!
Premesso che: sono laureato in Sociologia, impiegato, di bell’aspetto, single, attivo, ho 28 anni, e amo conoscere persone di volta in volta nuove. Da un’analisi sommaria sono giunto alla seguente conclusione: i ragazzi nordici conoscono e praticano, con assoluta “normalità” e beneficio, il lavaggio rettale. Qualcosa che noi spesso non consideriamo neanche.
Un caso per tutti: entro in discoteca, incontro un certo Olaf, 25 enne, mi offre da bere, e dopo circa un ora di musica, baci e carezze mi porta a casa sua... Iniziamo a toccarci, l’eccitazione sale, e in breve tempo siamo nudi sopra le lenzuola. Improvvisamente, Olaf mi guarda, si alza dicendomi, in inglese: “Please, wait a moment…” e si dirige in bagno, dove poco dopo entro anch’io, curioso di sapere che cosa stesse facendo, poiché aveva lasciato la porta aperta.
Sapete che moltissimi bagni nell’Europa del Nord, presentano una disposizione del water in prossimità della doccia, nel senso che addirittura alcune docce non hanno nessuna protezione, o cristalli di chiusura box: sono completamente aperte, con uno scarico abbastanza grande.
L’unico problema, è che nel fare la doccia si finisce col bagnare i vari oggetti adiacenti. Ma questo è un altro discorso.
Torniamo al nocciolo della questione: Olaf, con assoluta naturalezza si siede sulla tazza, afferra il manico del soffione, all’estremità del tubo flessibile, lo svita, lo toglie depositandolo, accende l’acqua calda e, con grande perizia, avvicina in tubo all’ano, iniziando a farsi uno, poi due, poi tre risciacqui interni (mentre io lo stavo tranquillamente osservando), con assoluto piacere, misto a indifferenza.
Devo dirvi che, sebbene io abbia una certa cultura in fatto di sesso, e sebbene abbia anche provato personalmente a farmi dei clisteri, non mi sarei mai aspettato di vedere una scena del genere. Tutto questo mi ha fatto riflettere, e mi ha indotto a sostenere una tesi. Infatti, fin da alcuni anni fa,avevo osservato sovente dei “tubi” (di cui ora ho capito il significato) sparsi per alcune zone di saune gay che ho frequentato, in Scandinavia.
E lo stesso vale per la notevole caratteristica di tutti questi ragazzi nordici, con cui sono stato, e che nella maggioranza degli incontri erano “super puliti” a livello anale! Questo spiega molte cose. Vi chiedo quale sia il grado di conoscenza anatomica e d’igiene personale che possiedono i gay (e gli etero) italiani?! Nella mia esperienza personale, nel 90% dei rapporti sessuali che ho avuto Italia, infatti, non ho trovato altro che ragazzi sporchi… o non propriamente puliti... Insomma: una certa differenza. (...)
Cordiali Saluti E.V."
Che dire di più?
Il mio primo contatto con questa pratica lo ebbi con un ragazzo veneto che era sempre pulitissimo e che si chiudeva prima in bagno e segretamente si praticava questo enteroclisma parziare svitando la doccetta della vasca. Lo scoprii la volta che mi chiese una pinza perché la ghiera si era indurita e non riusciva a svitarla. Entrambi imbarazzati, non parlammo perciò della cosa.
Capitò anche a me di volerla usare, ero a Lido di Classe, in campeggio, pochi soldi, pessima dieta di scatolette e crescioni: culo fuori uso. Nessuna doccetta nei bagni, peccato. Stavo pensando di soprassedere e che forse non si sarebbe accorto nessuno dei miei problemi intestinali, invece parlando per ingannare il tempo, la sera, in pineta, scoprii che questo problema (lasciare tracce di feci sul pene) era conosciuto universalmente e che chi ne era cronicamente affetto era chiamato cioccolatino. Orrore.
Ne parlai con Leone, un amico ormai scomparso che della sua passività ne aveva fatto quasi una religione, e mi confessò che in viaggio portava sempre un tubo di plastica, di quelli da giardino, perché nei bagni, soprattutto quelli pubblici, c'è sempre un rubinetto a cui attaccarsi per pulirsi dentro. Lui lo chiamava pudicamente Enrico, questo tubo. Il suo racconto lo fece anche su una pagina di Babilonia, tanti anni fa. Aveva calcolato la lunghezza ideale che non fosse troppo ingombrante ma che potesse arrivare dal rubinetto alla tazza del w.c. nella totalità dei casi.
Di più, a casa di una coppia di amici, Riccardo e Michael (anche loro non ci sono più, quanti amici mi ha portato via l'hiv!), trovai nel bagno uno strano marchingegno. Nel punto di attacco del flessibile della doccetta c'era un cilindretto cromato con un doppio pulsante che deviava a comando l'acqua ad un secondo flessibile terminante con un cilindro d'alluminio arrotondato e forato in punta. Michael era nato negli USA e mi spiegò che tutti i gay statunitensi ne avevano uno montato in bagno per pulirsi dentro. Sempre un passo avanti, loro.
Questa aggiunta idraulica l'ho poi trovata in un sexy shop londinese, ad un prezzo esorbitante. Cosa ho fatto? Mi sono arrangiato e, ricordandomi del famoso Enrico, ho collegato un tubo all'uscita dell'acqua del bidet del mio bagno, ma l'apertuta del rubinetto e la miscelazione della temperatura erano operazioni scomode e ho deciso di fare le cose più serie. Ho installato di fianco al mio w.c. un miscelatore con doccetta. Comodissimo per i normali lavaggi, altrettanto per quelli più profondi.
Apro una parentesi. A questo punto forse siete un poco disgustati e questo problema non lo avete mai avuto. Ma esistono persone con la colite cronica, esistono anche persone, come me, in cura per l'hiv che hanno la diarrea come inevitabile effetto collaterale dei farmaci antivirali. Una doccetta prima di fare l'amore ridà tranquillità anche a noi.
Ma se leggete un'enciclopedia medica alla voce enema, o clisma, o enteroclisma, o lavaggio intestinale (tutte le cose che si nominano poco hanno al contrario tantissimi nomi) troverete che è un'operazione da fare solo all'occorrenza, con liquido sterile, e che l'abuso porta al rilassamento della muscolatura intestinale con la conseguenza di peggiorare la capacità di evacuare normalmente. Oltre ad infezioni intestinali e perdita di sali minerali.
Quello di cui invece stiamo parlano non è un clisma (che riempie lentamente tutto l'intestino crasso per sciogliere le feci) ma solo una pulizia dell'ultimissima parte dell'intestino, il retto. Operazione facilitata dal fatto che, eseguendola seduti sulla tazza del w.c., si schiaccia il resto dell'intestino e l'acqua riempirà solo l'ultimo tratto, appunto quello che si usa nei rapporti anali. La nostra doccetta, al contrario del clisma che ha una cannuccia da infilare nell'ano, sarà solo un più forte getto d'acqua che entrerà per la sua stessa pressione attraverso l'ano, sarà sufficiente appoggiare il tubo esteriormente e l'acqua entrerà e uscirà periodicamente eseguendo una perfetta pulizia. Con l'esperienza si impara a essere sicuri di essersi svuotati completamente anche dell'acqua di lavaggio.
Ovviamente l'acqua dovrà essere tiepida. Se troppo calda può danneggiare le mucose e peggiorare le emorroidi. Se troppo fredda può irritare la muscolatura e far restringere l'ano e non permettergli un normale rilassamento durante l'atto sessuale, ma soprattutto può causare scariche di diarrea (come quando si prende freddo alla pancia). Se sarà sì tiepida, ma un poco più calda del corpo umano, avrà l'effetto di rilassare la muscolatura dell'ano e facilitare il rapporto anale anche a chi normalmente stenta a rilassarsi.
Poi, frequentando il mondo leather, ho scoperto che i lavaggi interni non solo sono necessari per certe pratiche come il fistfucking, ma sono anche una pratica sessuale a sé, con tutta una serie di ambientazioni e rimandi da far impallidire i più ingenui di noi. Ma questa è un'altra storia...
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