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1/400 • f/5.4 • 24.4 mm • ISO 100 •
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Una finestra o una natura morta?


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Un caro saluto
Fabio
Bon-weekend.
Have a great weekend, and stay safe and well;-)
Semplicemente alla tua domanda del titolo rispondo con un assioma: "UNA FINESTRA ...MORTA". Mi chiederai perche di una siffatta cruda realtà. E' molto semplice, almeno secondo la mia ottica visionaria, legata all'analisi, sia cromatica che formale e compositiva.
La struttura, molto semplice e scontata (nel senso che non dà spazio ad altre forme nè, tantomeno, interpretazioni) racchiude, in una cornice bianca e nemmen simmetrica, un quadretto pieno di messaggi ovattati, di oggetti a noi noti, ma irrimediabilmente lontani, irragiungibili..., al punto da divenir misteriose figure, se non personaggi ciondolanti, di una qual si voglia Saga Nordica.
La tonalità blù, dominante su un fondo "bianco-crema", dona sicura armonia di pace, serena certezza delle cose attorno e interne, quasi che avvolga, in un proprio personale abbraccio, gli oggetti dietro il vetro conservati.
Perchè, quindi, "Una finestra morta?"
Perche il colore è, comunque sia, un colore freddo, glaciale, distaccato e non partecipe al contesto generale; l'esempio sopra citato dell'abbraccio che conserva, non è, quindi, casuale ma, ne diviene la metafora lampante di una scena dal finale nefasto e unico; alla stregua di una fotografia su una lapide..., a imperitura memoria.
Una scena bloccata..., impossibilitata a svolgere qualsiasi ipotetica azione. La presenza di un qualsiasi essere vivente, umano o animale, avrebbe ingentilito e dato "speranza" di vita e di riscossa all'immagine intera e al fruitore finale. Il fruitore è poi colui che sancisce la sorte del soggetto in base ai dati che il fotografo da.
Sarebbe bastato un micio... o una luce accesa.
Ciao Gianni/Antenore
Mariagrazia Gaggero club has replied to AntenoreMalatestaLeggo sempre con piacere le tue analisi, tutto ciò che è critica costruttiva ben venga.
Tu la definisci una finestra morta, forse ai tuoi occhi, a me semplicemente mi ha incuriosita,
il cielo blu con qualche nuvola si confondeva bene agli elementi che si intravedevano, io vado
tanto anche di fantasia, per me l'elemento umano c'era e stava leggendo un libro in poltrona.......era una delle tante finestre nordiche.
Secondo me le foto devono prima di tutto essere ben fatte e trasmettere l'emozione che
stai provando in quel momento, se sei troppo felice ti innamori anche della "finestra morta"
come la definisci tu, e si corre il rischio che il fruitore finale non apprezzi....un rischio che si deve correre...
Ciao Mariagrazia
"Il blu è il colore degli dei, vivono nell'immenso azzurro" ... questa è la convinzione degli egiziani nell'era faraonica. Leonardo da Vinci ha dichiarato: "Il blu dell'aria è di un colore composto da luce e oscurità.
Il tuo blu è solo un'illusione?
Il blu non è apparso nella teoria a quattro colori dell'antichità. Anche a Homer non si fa menzione del blu da nessuna parte.
Mi piace molto - ciao - aNNa*
Mariagrazia Gaggero club has replied to aNNa schramm clubUn caro saluto
Mariagrazia
p.s.
Homer dei Simpson vero?
aNNa schramm club has replied to Mariagrazia Gaggero club'Perché Omero dice del colore del mare che è come una violetta, che la pelliccia dell'ariete nella grotta dei Ciclopi è viola scuro e anche di ferro che è "simile alla viola"? Perché a Homer non sono solo le facce verdi, ma anche i rami freschi e le mazze di legno d'ulivo e miele? E quando Omero parla del cielo, è di ogni genere, "stellato o largo o grande o ferro o rame; ma non è mai blu ”[p. 44, Gladstone]. Perché ci sono così pochi colori in Iliad e Odyssey?
Nell'Inghilterra del XIX secolo, William Ewart Gladstone usò il tempo prima di diventare primo ministro per scrivere uno studio di 1700 pagine su Omero e il suo tempo. Alla fine di questo potente lavoro c'è un capitolo sul colore di Omero o piuttosto la sua mancanza. Gladstone non condivideva l'opinione che Omero fosse cieco, poiché molte delle descrizioni scultoree di Omero difficilmente sarebbero riuscite ad essere cieche. Gladstone arrivò alla conclusione che il senso del colore dei Greci differiva fondamentalmente dal nostro e che il nostro doveva essersi sviluppato solo dopo l'antichità.
Con la conoscenza odierna della genetica, questa è un'idea avventurosa perché ci sono meno di 3000 anni che ci separano da Omero, ed è un tempo troppo breve per cambiamenti genetici fondamentali. Ma allora perché Omero tratta i colori in modo così trascurabile?'
Guy Deutscher, der Autor des hier anzuzeigenden Buches „Im Spiegel der Sprache“, stellt Gladstones Homer-Forschung und die Geschichte der Farbbezeichnungen sehr ausführlich dar, denn an kaum einem anderen Beispiel kann man den Zusammenhang zwischen Sprache und Kultur, um den es Deutscher geht, so gut aufzeigen wie an diesem. Es ist nämlich nicht so, dass die Griechen andere Augen hatten als wir. Sie hatten andere Bedürfnisse. Die Farbe des Him¬mels zu benennen, gehörte nicht dazu.
aNNa schramm club has addedMariagrazia Gaggero club has replied to aNNa schramm clubcomunque ho letto cose che non conoscevo.
Mariagrazia Gaggero club has replied to Erika AkireMariagrazia Gaggero club has replied to MavìMariagrazia Gaggero club has replied to buonacoppiMariagrazia Gaggero club has replied to Laura PerinelliSign-in to write a comment.