A letto con Pigi - Herpes genitale
di Pigi Mazzoli
(pubblicato in "Pride", settembre 2002)
Mi sforzo sempre di essere divertente, o almeno lieve, nel parlare ogni mese di una croce diversa. Questa volta tocca all'herpes genitale, che di lieve o di divertente non ha nulla, neppure un nomignolo buffo su cui scherzare sopra.
Come appare? Inizialmente del prurito, poi si formano delle bolle di siero, anche molto piccole, poi queste si rompono e resta solo la lesione che forma una crosta che guarisce nel tempo. Questa è la fase visibile, fastidiosa, di questa infezione, ma vedremo più avanti che l'affare è più complicato. Dove appaiono le lesioni? Genericamente nella zona dei genitali, da qui il nome, quindi sul pene, soprattutto sul glande, e all'ano, anche nella zona intorno ad esso. Da non confondere con l'herpes simplex, che è la comune febbre al labbro, o con l'herpes zoster che è quello chiamato fuoco di sant'Antonio, che sono malattie diverse, seppur con origine e manifestazioni simili.
Iniziamo a dire che l'origine è virale e che il virus è presente nella pelle anche quando le lesioni scompaiono. E che quindi si è contagiosi anche senza la presenza visibile della malattia. In questa fase, detta latente, si può trasmettere il virus, con i contatti sessuali non protetti, con una probabilità variabile dalla quantità di virus (e vedremo poi come diminuirla) e per periodi imprevedibili che statisticamente si possono quantificare in una decina di giorni distribuiti nell'arco di un anno.
Quindi c'è più probabilità di contagiare quando la malattia non è visibile perché, quando appaiono le lesioni, di solito ci si astiene istintivamente dai rapporti sessuali.
Al di là dell'osservazione delle lesioni, per la diagnosi esistono due tipi di esami. Uno è la ricerca degli anticorpi nel sangue che, a seconda del laboratorio che lo esegue, può essere più o meno affidabile. Esame semplice, poco costoso (circa 8 euro di ticket in Lombardia), si può eseguire di routine assieme agli altri esami, secondo la frequenza e le modalità dei rapporti che avete. Se esiste invece già una lesione allora è utile eseguire la ricerca del DNA virale, che è un metodo molto affidabile seppur costoso (circa 40 euro di ticket in Lombardia) e che non tutti i laboratori eseguono.
Una volta accertato di avere il virus cosa si può fare? Per fortuna esiste da anni un farmaco, l'Aciclovir che, anche se non elimina il virus, lo riduce quantitativamente. Curarsi è doppiamente utile: primo diminuisce la frequenza e l'estensione delle recidive, cioé quante volte saremo "fermi" per lesioni e quanto tempo ci metteranno a guarire; secondo, più importante, abbassando la replicazione virale, cioé la quantità di virus prodotto, abbassa la possibilità di contagio anche nelle fasi in cui non sono presenti lesioni (!!!).
C'è da dire che gran parte dei casi di infezione non avverrebbero se si usasse sempre il preservativo, perché le modalità di trasmissione sono molto simili a quelle dell'HIV. Ma in alcuni casi potrebbe essere in zone non protette, come la piega fra le natiche, e uno sfregamento del pene che potrebbe apparire una pratica "soft", tenera, coccolosa e quindi sicurissima potrebbe già invece essere a rischio di trasmissione, nei due sensi di trasmissione. Quindi diciamo che facendo i test, curandosi nel caso di infezione, astenendoci da rapporti in presenza di lesioni e usando il preservativo come già facciamo per l'HIV abbiamo già fatto abbondantemente il nostro dovere.
Abbiamo detto che l'Aciclovir non eradica il virus, aggiungiamo anche che la pomata è poco attiva e che la cura efficace è quella in pillole, e che la frequenza dei cicli di somministrazione dipende dalla frequenza delle recidive e dalla loro durata. Qui il medico esperto, quello dei centri MTS (malattie trasmissione sessuale) come continuo a ricordare, con la sua esperienza saprà consigliare al meglio.
Importante: si diceva una volta che si fosse contagiosi solo durante la fase iniziale di prurito e che quando apparivano le bolle e poi le croste non si potesse più trasmettere il virus. Non è vero, si è sempre contagiosi in tutte le fasi visibili della malattia e, come già detto, anche in un 3% dei giorni in cui non appaiono lesioni, perché si liberano inopinatamente, silenziosamente, maledettamente, delle particelle virali. A queste fasi latenti si devono la maggior parte dei contagi, perché astenersi quando invece la lesione è presente è un fatto istintivo per tutti.
Va da sé che se vi siete ritrovati un herpes avete buone possibilità di essere stati in contatto anche con l'HIV per cui decidetevi di fare anche "quel" test, e iniziate a fare sempre uso dei preservativi almeno da questo momento in poi.
Vi avevo detto che questo mese non sarebbe stato divertente, e non mi ci provo neppure a dire qualche battutina che vi faccia trarre un sospiro di sollievo. Voi usate sempre il preservativo e tutto quanto avete letto oggi vi potrebbe riguardare molto meno. L'ho già detto? Si vede che non è bastato, se ancora c'è gente che non fa sesso sicuro e che si infetta. A costo di essere nauseante continuerò a martellare: PRE-SER-VA-TI-VO!
Il prossimo mese parleremo di una cosuccia leggera seppur a volte dolorosa, la gonorrea, detta anche scolo. Che ormai si cura da decenni con l'avvento degli antibiotici, ma non per questo da sottovalutare, se non volete essere delle bombe biologiche ambulanti (o meglio inginocchiate), perché si tratta di un'infezione molto contagiosa.
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