Perché noi no?
di Pigi Mazzoli
(pubblicato in "Pride", aprile 2004)
Su La repubblica del 27 febbraio 2004, nella rubrica Crepacuore a firma di Patrizia Valduga, appare la lettera di un lettore che, parlando dei matrimoni gay celebrati in questi giorni negli USA, si chiede quando questo potrà accadere anche in Italia.
Nella sua risposta, col titolo "Credo poco al matrimonio", Patrizia Valduga parla di una sua personale allergia al matrimonio, di quanto questo sia inutile, di come dovrebbe bastare una promessa e un contratto privato. Poi conclude con: "Ma capisco anche la sete di ufficialità e cerimonie da parte dei gay, dopo tante persecuzioni e tanta clandestinità".
Trovo molto offensivo sentire ridotto a "sete di cerimonie" il diritto di uguaglianza di tutti gli individui nella società, il diritto a curare l'amico ricoverato in ospedale, a non essere sbattuto fuori di casa alla sua morte, di non vedermi portare via i figli perché sono omosessuale. Tanti anni di informazione da parte del movimento su questo tema non sono arrivati a tutte le orecchie. Significa anche che neppure è diffuso il senso di giustizia, che da solo potrebbe far riflettere ed evitare affermazioni tanto vacue. Se questi sono i gay-friendly che ci circondano, addirittura dalle pagine di La Repubblica, siamo messi male.
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