Che lavoro fai?
di Pigi Mazzoli
Pubblicato in "Pride", febbraio 2002
In questi mesi grevi lasciatemi divertire. Voglio riflettere di gay e professioni, argomento un po' faceto ma che mi ha sempre lasciato dei dubbi. In quanto gay scegliamo determinate professioni (per capacità innate o perché adatte ai nostri stili di vita) oppure è un fatto di visibilità per cui coloro che hanno scelto certe professioni hanno maggiore possibilità di rendersi visibili come gay?
Senz'altro alcune professioni permettono maggiormente il coming out di altre. Per cui la società crede che i gay siano relegati in certe professioni. Questo è dovuto a tanti fattori, tanti deleteri luoghi comuni, i principali sono: il divieto di contatto con la gioventù che sarebbe corrompibile, il ruolo di servizio in operazioni umili, la necessità di essere creativi e quindi di non aderire a schemi codificati. Vediamo quali sono queste professioni che sono sempre state identificate come prettamente gay.
Infermiere. Quando ai primi tempi dell'aids si andava nei reparti per infettivi l'unico aggancio all'umanità erano gli infermieri, molti gay soprattutto in quei reparti in cui la pericolosità o la pesantezza del lavoro, diminuiva la presenza di lavoratrici donne, altre grandi vittime delle "caste" sul lavoro. Se si parla di un primario lo si immagina uomo e sposato con prole. Invece ho conosciuto un primario gay, orso, qui a Milano che...
Parrucchiere. Il lunedì, giorno di chiusura, si trovavano tutti i luoghi di rimorchio pieni di parrucchieri, li si riconoscevano per l'aspetto curato che la loro professione esigeva. Di chiara origine storica, dai cavalier serventi, quelle persone sensibili che possono stare in mezzo alle donne per raccogliere confidenze, ammannire consigli estetici senza costituire pericolo per la loro virtù. Sapere che il parrucchiere della propria moglie è gay costituisce una garanzia di serietà. E devo ammettere che conoscendo parrucchieri eterosessuali (ne esistono!) io rimango sempre dubbioso sulle loro capacità, perché sono anch'io vittima dei soliti luoghi comuni...
Commessi di negozio d'abbigliamento. Mi è successo talvolta di cercare di rimorchiare per strada persone chiaramente gay, dal modo di vestire al taglio di capelli, e di scoprire con stupore che si trattava di ignari eterosessuali. Da dove aveva origine questo fraintendimento? Ma dal fatto che si erano fatti consigliare dal commesso! Il quale li aveva vestiti perfettamente alla moda, ma così alla moda da giurare che fossero froci. Perché molti commessi sono gay? Sarà per lo stesso motivo per cui lo sono gli stilisti? Sono stilisti mancati? Quante domande senza risposta.
Abito di fianco ad un grande magazzino e avevo notato che tutti, dico tutti, i vetrinisti avevano degli splendidi culi sodi, appariscenti, invitanti, roba da far guardare più le vetrine in allestimento che quelle finite. Ho scoperto l'arcano facendo amicizia con uno di loro: il direttore era gay e li sceglieva uno a uno secondo il suo gusto. Altra leggenda metropolitana erano i commessi di un negozio di scarpe in centro: si andava apposta ad ammirare dalle vetrine questi ragazzi, tutti perfetti, mentre servivano. si seppe poi, ma era chiaro, che il direttore era gay, ma lo si seppe quando si scoprì che aveva usato i soldi della cassa per pagarsi altre prestazioni di quegli stessi ragazzi che aveva assunto. Schiavo del lavoro...
I ballerini. Che sia solo una leggenda, ma pare che la maggioranza sia gay. E se non lo è, per lo meno la parte di loro gay lo è in modo tanto visibile da caratterizzare tutta la categoria. E quelli che non lo sono vorremmo tanto che lo fossero. Prestanza fisica e cultura in una sola persona, il massimo. Sono anche fra i pochi che possono assumere tutte le posizioni erotiche senza avere improvvisi crampi.
Ma se prendiamo in mano la nostra rubrica e facciamo della statistica che troviamo? Provate anche voi. Questi sono i miei risultai.
Al primo posto: diciassette amici sono impiegati generici, ma essendo quella degli impiegati una categoria numerosa il dato non è così significante. Come pure per i tredici tra operai ed artigiani, a parte però che la maggior parte degli artigiani che conosco sono falegnami, mi ricorda mastro Geppetto che tanto ci teneva ad un figlio ma altrettanto rifuggiva le donne. Al terzo posto dodici tra musicisti e cantanti, e questo dato conferma ciò che si chiacchiera golosamente in giro della maggior parte dei cantanti di musica leggera. Poi vengono i medici con dieci presenze, ma l'Italia è un paese con un alto tasso di medici pro capite. Quinto posto ex aequo insegnanti e giornalisti. Questo mi sembra un dato importante. Ricordiamo tutti l'affermazione di Gianfranco Fini riguardo gli insegnanti, e la querelle che ne è seguita, questa è la categoria che ha maggiori problemi di coming out, reali problemi: perché l'opinione pubblica pensa ancora che un omosessuale non possa essere un buon insegnante e dato che le doti richieste sono moralità, maturità e sapienza si deduce amaramente che di noi si pensa che siamo immorali e immaturi, ed anche un pericolo per la gioventù, altrimenti non si farebbe tanta resistenza anche al solo parlare di omosessualità nelle scuole. Per i giornalisti credo sia un discorso diverso, per la loro professione devono essere obiettivi ed imparziali, quindi si chiede che la loro vita privata non entri nella sfera professionale, da questo deriva forse il fatto che non si sappia molto degli invece tanti giornalisti gay. Settimo posto ancora un ex aequo tra infermieri e commessi, questo fa dedurre che alcuni luoghi comuni forse hanno un fondo di verità. Con sei amici che fanno i web designer e cinque che fanno gli industrial designer chiudo la graduatoria. Ma io abito nella Milano del terziario avanzato. Quello che posso notare da questa quantità è che c'è maggiore capacità, o possibilità, a seguire velocemente le esigenze del mercato, oltre a predominanza nei lavori di concetto ma soprattutto in quelli creativi. Questo potrebbe spingermi a credere che alcuni luoghi comuni abbiano talvolta un fondo di verità.
Mi domando se veramente noi siamo più creativi oppure se solo ci disegnano così. Mi spiego: vent'anni fa le amiche, appena scoprivano che ero gay, mi chiedevano di essere truccate e pettinate, mi chiedevano consigli sull'abbigliamento, allora ho dovuto imparare per non deluderle anche se mi sentivo ridicolo soprattutto a sfumare ombretti sul dorso della mia mano, ad azzardare accoppiamenti di colore e disquisire su fogge d'abito, ma quando lo facevo venivo accettato con più facilità, con meno sospetto. Stesso discorso per l'arte, a forza di sentirmi dire "voi froci siete tutti artisti" mi sono sentito frustrato dalle mie incapacità e caparbiamente ho disegnato e ridisegnato fino ad arrivare a qualche risultato. Mi piacerebbe essere un sociologo, o un etologo, per capirci qualcosa di più. Ho il timore che influenziamo a volte la nostra personalità per assecondare, e a volte per combattere, certi luoghi comuni. Se non fosse così non conoscerei tre ex giocatori di rugby (ma forse questo è un dato drogato perché sono attratto dal loro fisico e ho "selezionato" la loro conoscenza), anche se mi resta il dubbio che abbiano scelto uno sport rude per rifuggire da luoghi comuni che non amavano per sé.
Agli ultimi posti in graduatoria i religiosi, ma sarebbero molti di più nella mia agenda se fossi meno anticlericale, perché di fama ne conosco tantissimi. Come sempre è stato dimostrato, la chiesa è stato il rifugio primario di tutti quelli che del celibato forzato hanno fatto una comoda giustificazione e usato la strategica copertura. Conosco un solo poliziotto e un militare di carriera, ma ne ho conosciuti almeno tre che si sono spacciati per tali, usurpandone l'immagine erotica che rappresentano per l'immaginario gay. Ma tutte le leggende che girano sulle caserme come luoghi di intense relazioni sessuali ma ancor più affettive e di ruoli di potere legati a ciò, credo siano verissime, ma che la paura e l'omofobia di facciata (leggi: mito dell'uomo forte, maschio e omofobo) impediscono a questa realtà di palesarsi.
Per anni ho pensato che la nostra difficoltà di vivere, di crescere, senza poter seguire i modelli trasmessi dalla famiglia, o dovendo seguire questi modelli come imposizione, fosse sì difficile ma anche un'ottima scuola per sviluppare la nostra creatività, il nostro senso di adattamento, la nostra arte nelle dissimulazione. E che fossimo quindi destinati tutti ad essere attori, pittori, cuochi, al limite visagisti! Forse può essere stato vero fino ad un certo punto della nostra Storia. Ora mi sembra che non stupisca più come una volta il calciatore gay o il ministro bisessuale. Forse anni di movimento gay sono riusciti ad abbattere alcuni di questi luoghi comuni, di queste stupidaggini. I neri non hanno il ritmo nel sangue, le donne non sono stupide e i gay non sono deboli (e neppure violenti, femminili, fallocentrici, immaturi, artisti, allegri, tristi. Almeno non più di chiunque altro).
Cosa consigliare ad un giovane gay che si trova a dover scegliere la sua futura professione? Di essere sé stesso e di non badare ai pregiudizi che teme di incontrare sulla sua strada. E se un giorno dovesse diventare famoso lo scongiurerei di fare un bel coming out e di vendicare così anni e anni di sfortunati gay nascosti, martoriati o anche solo derisi. Tanto la crisi mondiale incombente e la sterzata a destra dell'Italia già portano gravi problemi: uno per tutti l'aumento del lavoro con contratti a termine che non permetterà a molti di potersi costruire un futuro stabile, ad esempio rendendo rischiosa l'accensione di un mutuo per l'acquisto di una casa nel caso che non ci sia alle spalle una famiglia che possa soccorrere in caso di difficoltà economiche. E parliamo di gente in piena salute, che succederebbe ad un gay che ha lasciato la famiglia se si dovesse ammalare seriamente e non potesse lavorare? Non pensiate sia una possibilità tanto remota.
A letto con Pigi. Piattole
-
A letto con Pigi
di Pigi Mazzoli
Pubblicato su "Pride", 2002
Piattole
Cari amici lettori, cari…
-
10 Dec 2001
Solo usare il preservativo è una cosa semplice
-
Telefoni ed email di questo articolo sono originali e non sono stati controllati alla data della rip…
-
31 Oct 2001
See all articles...
Jump to top
RSS feed- Latest comments - Subscribe to the feed of comments related to this post
- ipernity © 2007-2025
- Help & Contact
|
Club news
|
About ipernity
|
History |
ipernity Club & Prices |
Guide of good conduct
Donate | Group guidelines | Privacy policy | Terms of use | Statutes | In memoria -
Facebook
Twitter
Sign-in to write a comment.