Facciamo un figlio?
di Pigi Mazzoli
pigi@planet.it
Pubblicato in "Pride", luglio 2000
Ricordo da bambino che si parlava che le donne avrebbero presto potuto avere un figlio da sole, fecondando un ovulo con il materiale genetico di un altro ovulo. Ero invidiosissimo.
Sapere ora che sarebbe finalmente possibile la clonazione umana mi affascina ma non mi fa desiderare affatto di fare un piccola copia di me stesso da crescere.
Mi sono posto la domanda del perché, io omosessuale, desiderassi fare un figlio, quando la cultura mi insegnava che i figli vengono da mamma e papà che si amano. Forse mi avevano imbrogliato. Leggendo e leggendo ho scoperto che c'era altro: qualcosa che mi spingeva a fare cose diverse da quelle che mi insegnavano, nel codice genetico ci sono le istruzioni per perpetuarsi. Ho scoperto che la cultura sessuofobica si è creata proprio per combattere questo istinto innato che ci fa cercare amanti sempre diversi, perché nella diversità c'è più possibilità di vincere sugli altri. Ma una cultura profondamente maschilista non poteva accettare che la donna cercasse altri uomini per cui ha si è inventata l'adulterio, cioè ha imposto una regola innaturale. Anche noi gay amiamo la fedeltà nella coppia. La fedeltà dell'altro, intendo.
Dentro di noi c'è anche l'istinto a vincere sugli altri ed anche quello a coalizzarsi in gruppi. Questo ha sempre creato i clan che si fanno la guerra. Esattamente come in qualsiasi bar gay.
Ma mentre scoprivo tutto questo ho iniziato ad accumulare altre domande. Perché io, omosessuale, volevo eiaculare all'interno di un altro uomo? Dovevo smettere perché era ubbidire ad un inutile istinto di procreazione? Io decisi di continuare, era la cosa più piacevole che stessi facendo nella vita. Un giorno il mio compagno di banco mi inculò e venne dentro. Sconvolgente, non volevo più andare al cesso, sentivo l'istinto di conservare dentro quello che aveva lasciato, deve essere stato l'istinto della mia parte donna che veniva alla ribalta. Partii per il primo lavoro, tre anni nel sud Italia. Raccattavo solo ragazzi che mi trattavano come donna mancata-mutilata-barbuta e mi inculavano con violenza e mi lasciavano con disprezzo. Qualunque ventenne si sarebbe traumatizzato. Non riuscii più' a godere col culo per i vent'anni seguenti. Finché non incontrai a Londra un ragazzone che... ma questa è un'altra storia.
Comunque, attivi o passivi, single o accoppiati che si sia, prima o poi ci si chiede se sarebbe bello avere un figlio. Perché un figlio? E' per quell'istinto di procreazione di cui sopra? Forse, allora si spiegherebbe l'alto numero di gay che si sposano, il più delle volte tacendo alla compagna i loro veri istinti. A volte questo istinto è così forte che negano a loro stessi la loro natura, si sposano, procreano e, miracolo, si scoprono gay. E iniziano a scappare di casa per vivere un po' di sessualità piacevole, fra uomini.
Ma non c'è solo questo desiderio. Molti lo adotterebbero volentieri un figlio. In questo caso la procreazione non c'entra, è il bisogno di dare e ricevere amore, il bisogno di insegnare le cose che abbiamo imparato, ma temo soprattutto possa essere la necessità di dare un senso alle cose materiali che facciamo, la casa, gli oggetti, il benessere, avere qualcuno a cui lasciare tutto dà un senso a tutto ciò che accumuliamo nella vita. Quando muore un gay i parenti si buttano a cancellare ogni traccia dell'onta, rarissimi libri raccolti e amati in una vita dispersi nei sacchi dell'immondizia, quadri, mobili e oggetti vengono spartiti e venduti. Chi era costui? Se non lascia una traccia l'uomo scompare. Quando sono morti Saba o Forster i figli si sono trovati davanti delle opere inedite dei genitori in cui era rivelata la loro omosessualità. Le hanno pubblicate dimostrando di essere orgogliosi della grandezza dei loro genitori e regalando a noi pagine indimenticabili, ma soprattutto mattoni indispensabili a costruire la nostra personalità e al nostro senso di appartenenza alla società gay. Melville morendo lasciò "Billy Budd" ma la moglie lo pubblicò dopo aver bruciato tutte le parti scabrose, quel che noi abbiamo è poco più di una novella dove marinai o comandanti continuamente si appartano e... omissis! Solo la nostra fantasia sa dare un senso all'intera vicenda. Tutto il materiale gay di Lorca è stato distrutto dai parenti. Se proprio dovete sposarvi lasciate i manoscritti ad un notaio che li pubblichi alla vostra morte.
Da sempre sento discutere di eredità: coppie che vorrebbero lasciarsi a vicenda le cose costruite insieme. Da sempre i parenti ad un minuto dal decesso scendono in campo con bulldozer e mannaie. Quando si parla di unioni civili i giornali dovrebbero smettere di associare solo le foto dei due anziani gay svedesi che si sposano in tight o i matrimoni in piazza Scala a Milano. Dovrebbero anche far sentire certe telefonate minatorie dei parenti, dovrebbero far vedere le serrature cambiate repentinamente mentre la bara scende dalle scale di casa. I vostri parenti non vi amano? Fate fin d'ora testamento a favore di qualche gruppo gay, farete del bene e sarà una magnifica vendetta.
Noi non siamo la macchina papà-mamma-sforna-figli, quello che dobbiamo chiedere è il rispetto la tutela legale del rapporto che abbiamo costruito. Qualsiasi siano le dinamiche all'interno della coppia. Il mio compagno mi è padre, madre, fratello e figlio. E' uno dei pochi vantaggi che ci dà il dover fare tutto da soli senza copiare. Creare un rapporto senza ruoli imposti dalla società.
Tralascio di confutare tutte le obiezioni che vengono dai moralisti, cresciuti nella nostra cultura intrisa di cattolicesimo, rispetto al trinomio uomo-donna-procreazione. Mi limito ad invitare le donne sterili ad unirsi a noi nella lotta prima che vengano estromesse anche loro dal diritto all'accoppiamento tutelato.
Va bene, ora si sta capendo il valore delle unioni civili, forse un domani si capirà che un gay può adottare un figlio non per violentarlo ma per aiutarlo.
Ora ci mancano solo i parenti gay. Adottiamoci a vicenda come zii, nonni, cugini e diamoci una mano l'un l'altro nei momenti di difficoltà, di una famiglia gay ne abbiamo bisogno tutti.
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