Nora Caracci's photos with the keyword: abbaye
Ammirando Senanque
20 Dec 2021 |
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Abbaye de Sénanque - abadiá de Senhanca
Vaucluse - Provence - France
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Abbaye du Thoronet
26 Jul 2021 |
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Thoronet Abbey (French: L'abbaye du Thoronet) is a former Cistercian abbey built in the late twelfth and early thirteenth century, now restored as a museum. It is sited between the towns of Draguignan and Brignoles in the Var Department of Provence, in southeast France. It is one of the three Cistercian abbeys in Provence, along with the Sénanque Abbey and Silvacane, that together are known as "the Three Sisters of Provence."
Thoronet Abbey had a significant influence upon the Swiss architect Le Corbusier Following the Second World War, Father Couturier, a Dominican priest and artist, who had contacts with contemporary artists Marc Chagall, Fernand Léger, Henri Matisse and Pierre Bonnard, invited Le Corbusier to design a convent at La Tourette, close to Lyon. Father Coutourier wrote to Le Corbusier in 1953: "I hope that you can go to Le Thoronet, and that you will like that place. It seems to me that there you will find the essence of what a monastery must have been like at the time it was built; a place where men lived by a vow of silence, devoted themselves to reflection and meditation and a communal life which has not changed very much over time." Le Corbusier visited Thoronet, and wrote an article about his visit, including the observation, "the light and the shadow are the loudspeakers of this architecture of truth." The convent that he eventually built has a number of features inspired by Thoronet, including the tower and the simple volumes, and the alternating full and empty spaces created by bright light falling on the walls.
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paesaggi di Francia - HFF !
28 Feb 2020 |
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e buon weekend !
Paesaggio dall'alto dell'abbazia di Saint Roman - Beaucaire
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stars
29 Jan 2020 |
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Francia - Abbaye de Frigolet
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cupa decadenza
08 Feb 2019 |
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Abbazia di Santa Maria di Staffarda - Piemonte - Italia
È la più cospicua tra le realtà monastiche del territorio saluzzese, costruita almeno tre secoli dopo le altre grandi abbazie di fondazione longobarda.
L'abbazia di Staffarda fu costruita attendibilmente a partire dal quarto decennio del XII secolo su terreni donati, nei primi anni dello stesso secolo, dal marchese Manfredo I di Saluzzo ai monaci dell'Ordine cistercense, provenienti dall’abbazia ligure di Tiglieto, per farne un centro di bonifica della campagna circostante.
Questo è il laboratorio dei monaci. I pilastri quadrangolari sono aggiunte ottocentesche, apposte per motivi di sicurezza.
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Abbaye du Thoronet
04 Aug 2017 |
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La « merveille » des abbayes cisterciennes. Édifiée entre 1160 et 1230, l'abbaye du Thoronet est, avec Silvacane et Sénanque, l'une des trois abbayes cisterciennes de Provence. Chef-d'œuvre en péril après la Révolution, sa restauration débute en 1841.
La pureté et la simplicité des volumes, essentiellement dictées par l'organisation de la vie communautaire, inspirent des générations d'architectes. Le Corbusier visite le site en 1953 : « À l'heure du "béton brut", bénie, bienvenue et saluée soit, au cours de la route, une telle admirable rencontre. »
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Saint Michel de Cuxa
26 Jul 2016 |
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in catalano: Abadia de Sant Miquel de Cuixà (si pronuncia Cuscià).
Questo complesso, risalente al IX e X secolo, è una delle più importanti testimonianze dell'architettura pre-romanica ancora esistenti.
In origine c'erano due campanili gemelli, quello a nord, che portava l'orologio e le campane, crollò nell'inverno del 1838/39 a seguito di una tempesta.
La torre che rimane è alta 33 metri, decorata a bande lombarde (o lesene; la lesena è un elemento di ordine architettonico addossato a parete, quindi verticale, che consiste in un fusto, a pianta rettangolare, appena sporgente dalla parete stessa, con i relativi capitelli e base).
Il contrafforte alla base fu aggiunto nel XV secolo per controbilanciare la sua inclinazione che avrebbe potuto causare problemi. Anche la merlatura non è originale.
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Un chiostro multicolore - Abbazia di Saint-Génis-d…
13 Jan 2015 |
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Il chiostro dell'antico Monastero Benedettino venne realizzato nel corso del XIII secolo, completato nel 1271. Giochi di colore sono presenti nelle varietà di marmo utilizzate per i capitelli e i fusti delle colonnine.
Ha una storia molto travagliata: con l'abolizione dell'abbazia al tempo della Rivoluzione francese, il chiostro venne suddiviso tra diversi proprietari privati. Nel 1924 un antiquario parigino ne acquistò i tre quarti e li fece smantellare, sostituendo alle colonnine dei pilastrini in mattoni. Fatte realizzare delle copie, l'antiquario poté vendere due chiostri completi più piccoli: uno fu sistemato in una residenza privata in Francia e l'altro andò al museo archeologico di Philadelphia. Due archi con le loro tre colonnine furono donati al Louvre nel 1925, mentre il quarto lato del chiostro, ancora in situ, venne in tale occasione dichiarato monumento nazionale.
Negli anni settanta lo Stato riacquistò gli elementi del chiostro che erano stati sistemati nella residenza privata, comprendenti la maggior parte dei capitelli originali, e il Louvre cedette le arcate in suo possesso, mentre i materiali esportati negli Stati Uniti non poterono essere recuperati. Gli elementi recuperati furono nuovamente sistemati al loro posto tra il 1986 e il 1987, rimpiazzando quelli mancanti con copie moderne scolpite nella stessa pietra. Il restauro è stato completato nel 1994.
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un chiostro variopinto
30 Oct 2014 |
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è quello della Abbazia di Saint-Génis-des-Fontaines - Rossiglione - Francia.
Il chiostro venne realizzato nel corso del XIII secolo ed era già completato nel 1271.
È stato ipotizzato che vi fosse anche un chiostro precedente, che sarebbe raffigurato nelle arcate in cui sono inseriti i personaggi ai lati del Cristo nel rilievo dell'architrave del portale, ma non se ne è rinvenuta traccia.
I capitelli che sorreggono le arcate del chiostro duecentesco sono in stile romanico tardivo. Sono scolpiti in forme diverse con rilievo più pronunciato agli angoli e che si appiattisce sulle facce principali. Si è ipotizzato che i rilievi potessero essere in origine dipinti. Giochi di colore sono presenti nelle varietà di marmo utilizzate per i capitelli e i fusti delle colonnine.
Ha una storia avventurosa:
Con l'abolizione dell'abbazia durante la Rivoluzione francese, anche il chiostro venne suddiviso tra diversi proprietari privati. Nel 1924 un antiquario parigino ne acquistò i tre quarti e li fece smantellare, sostituendo alle colonnine dei pilastrini in mattoni. Fatte realizzare delle copie, l'antiquario poté vendere due chiostri completi più piccoli: uno fu sistemato in una residenza privata in Francia e l'altro andò al museo archeologico di Philadelphia. La motivazione che i capitelli e i crittogrammi dovessero essere bonificati da un fungo e per questo trasportati in laboratori specializzati degli Usa, era in realtà un espediente per asportare reperti storici e agalmonici che testimoniavano che la sindone fosse custodita da Fridericus Yaesou Six Rex Sancta Propago Staufer Friius Stoffensi Domi Sicene Sveve Fontis , ovvero il figlio di Federico II ed Isabella d'Inghilterra, che era sepolto nell'abbazia con la moglie Elisabetta d'Asburgo ed alcuni figli. Ed infatti un capitello reca l'aquila di Federico II ed il giglio di Isabella d'Inghilterra ed addirittura sul frontespizio di un altro capitello è visibile un abbate che ostenta la sindone, con lo stemma degli antichi Conti d'Anjou (totem solare) di Isabella d'Inghilterra sulla spalla destra e sulla sindone lo stemma d'Angoumois, madre di Isabella d'Inghilterra, terza moglie di Federico II. Due archi con le loro tre colonnine furono donati al Louvre nel 1925, mentre il quarto lato del chiostro, ancora in situ, venne in tale occasione dichiarato monumento nazionale.
Negli anni settanta lo Stato riacquistò gli elementi del chiostro che erano stati sistemati nella residenza privata, comprendenti la maggior parte dei capitelli originali, e il Louvre cedette le arcate in suo possesso, mentre i materiali esportati negli Stati Uniti non poterono essere recuperati. Gli elementi recuperati furono nuovamente sistemati al loro posto tra il 1986 e il 1987, rimpiazzando quelli mancanti con copie moderne scolpite nella stessa pietra. Il restauro è stato completato nel 1994.
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