Ho continuato a ricercare le foto di Renato Scarpelli a casa dei miei genitori. Da un cassetto sono uscite delle diapositive che avevo scattato durante la missione in Russia del 1995. Le ho portate dal fotografo e le ho fatte riversare su CD. Sono visibili qui o cliccando sulle foto di questa pagina.
Sono un pò scure, forse il tempo le ha rovinate un pò. Vedendole sono emersi molti ricordi di quella missione (che per me era anche la prima) e dell''Avirdim in generale. Voglio trascrivere qui alcuni pensieri, anche a beneficio di coloro che non hanno conosciuto Renato e L'Avirdim.
Una cosa che mi colpiva dell'Avirdim è che portavamo gli aiuti umanitari di persona ai diretti interessati, senza usare intermediari. Questo per evitare che qualcuno potesse approfittarsi della cosa per arricchirsi indebitamente vanificando la generosità di chi aveva donato. La seconda cosa che differenziava l'Avirdim dalle altre associazioni a cui ho partecipato è che i volontari viaggiavano sempre a spese proprie; niente di quello che era stato raccolto dall'associazione veniva speso per rimborsi spese. Coloro che ricevevano gli aiuti umanitari, inoltre, firmavano una ricevuta che venivano raccolte e conservate in Casa Famiglia, a disposizione di chiunque volesse verificarle.
Sono piccole cose, ma secondo me rendono bene l'idea di come lo Scarpelli intendesse il volontariato. La sua serietà ed il suo atteggiamento distaccato dal denaro rendeva il nostro operato cristallino nei confronti di chi donava qualcosa per le missioni e invogliava ancor più le persone a partecipare. In molti poi si aggregavano a qualche missione per rendersi conto delle realtà che ci trovavamo di fronte ogni volta.
Chi volesse leggere ancora circa le missioni svolte dall'Avirdim può consultare il sito dell'associazione, anche se negli ultimi anni non è stato molto aggiornato (mea culpa).
Uno dei ricordi più belli legati a Renato che ho è il sorriso di quei bambini quando ci vedevano entrare in casa con le scatole degli aiuti umanitari.
Aggiornamento (4/03/08)
Ho convertito in DIVX un vecchio documentario dell'Avirdim, prodotto nello stesso periodo. Buona Visione.
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