Premessa: cosa sono i DRM.
I DRM, ovvero Digital Right Management, sono i cosidetti "lucchetti digitali" con cui si impedisce la copia di un opera in formato digitale. Sono presenti ovunque: software, video, audio, ecc.
Ci sono lunghe discussioni sul fatto che questi tecnicamente sono impossibili, ovvero non esiste un modo per proteggere un file digitale senza che esso possa essere aggirato e peraltro sono controproducenti per gli stessi editori perché danneggiano in primo luogo i "buoni clienti".
Ma le case editrici, ingorde di introiti, continuano a sfornarne di nuovi, e gli hacker continuano a trovare scappatoie. Il ritmo è di diversi mesi per inventarne uno nuovo e pochi giorni per avere in rete la contromisura. Una battaglia persa sotto tutti i punti di vista.
Una spiegazione chiara della cosa si trova su un ottimo articolo di Cory Doctorow che vi invito a leggere.
Personalmente credo che questi DRM sono delle cavolate, e che l'industria editoriale dovrebbe organizzarsi a inventare un modo nuovo per veicolare opere d'arte con un qualche guadagno invece che rincorrere antichi privilegi che la tecnologia ha messo a repentaglio.
Leggendo Punto Informatico sono venuto a sapere della mossa in controtendenza dei Radiohead di vendere il loro nuovo album direttamente dal loro sito, senza usare i canali ufficiali. La cosa innovativa è che il prezzo per i soli files viene deciso dall'utente, una sorta di libera offerta.
Successivamente ho letto, sempre su Punto Informatico, che nonostante l'offerta così vantaggiosa sui canali peer to peer c'era comunque il loro nuovo album. Così me ne sono andato sul loro sito e per una sterlina mi sono comprato anche io il loro ultimo album, che devo dire non è affatto male.
Fatelo anche voi, anche solo per sostenere l'idea che le arti devono ricompensare innanzituto gli artisti e non l'industria e che la libera circolazione del sapere non è una merce con cui mercanteggiare.
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