A nudo
Nulla da nascondere, nulla da dichiarare.
di Pigi Mazzoli
(pubblicato in "Pride", novembre 2003)
In una società che sembra tornare un po' oscurantista, o comunque in un periodo in cui la crisi economica ci rende meno euforici, si deve fare attenzione a non perdere nulla di quello che si è conquistato. Felicità compresa.
Lo Stato italiano ha appena firmato un accordo di esclusività con la Microsoft in cambio dell'accesso ai codici sorgente, credo che così si chiamino. Ho qualche incertezza coi termini perché le notizie a riguardo sulla stampa sono lacunose. A parte un veloce accenno alla contrarietà di una associazione che si batte per l'uso di libero software in Europa, la Free Software Foundation Europe, il cui Presidente dichiara "Un governo democratico non avrebbe dovuto stringere un patto segreto con un'azienda americana, accusata dallo stesso governo USA di monopolio nel proprio Paese, disattendendo così le aspettative della Commissione Open Source". Distanziandoci di un altro passo da Francia e Germania, aggiungo io. Ma a suo tempo avevo anche letto che questo accesso ai codici sorgente sarebbe un vera bufala, perché sarebbe così parziale da essere praticamente inutile. In cambio tutti gli utilizzatori, cioé noi, che volessero, o dovessero, collegarsi a qualcosa di statale (salute, tasse e quant'altro) dovrà dotarsi, a pagamento, obbligatoriamente, del programma di navigazione di Microsoft.
In questi stessi giorni viene annunciato anche che, sempre Microsoft, chiuderà le sue chat per non permettere ai pedofili di approfittare dei bambini. Per essere più chiari (o comunque da un altro punto di vista), Microsoft farà pagare con carta di credito il collegamento ai suoi provider, giustificando il fatto che in questo modo identificherà tutti coloro che si connetteranno e così scopriranno chi è l'orrido pedofilo che si annida in rete. A me sembra una scusa bella e buona per farsi pagare senza essere accusati ulteriormente di cupidigia.
E a me che sono gay, che cosa cambia tutto ciò?
Internet ha rappresentato uno dei passi verso una nostra effettiva libertà. Per quanto possa risultare antipatico a chi ha lottato per la propria e altrui libertà di comportamento, la possibilità di connettersi senza limiti in modo totalmente anonimo ha rappresentato per moltissimi gay, diciamo "non coraggiosi", di conoscere loro simili, di prendere contatti, di costruirsi una vita sociale, supportata dalla rete, accettabile. Nel momento che ogni utente viene chiaramente identificato si limita la sua reale libertà. Non solo di entrare in chat generiche gay ma anche quelle a tema per gerontofili, per robusti, per sadomaso e oltre. Ma anche un perfetto controllo sulle ricerche fatte attraverso la rete, su argomenti per così dire sovversivi (per chi ha il potere) come possono essere la liberalizzazione delle droghe leggere o l'abbassamento dell'età del consenso. In un periodo in cui l'informazione pare andare verso una concentrazione monopolistica, internet potrebbe, dovrebbe, essere una alternativa di salvataggio. Poi, oltre ai gay nascosti ci sono pure quelli che una carta di credito non l'hanno né mai l'avranno, ci sono contadini e operai che già per acquistare un PC e per imparare ad usarlo hanno fatto sacrifici enormi, c'è gente che per la sua condizione di personaggio pubblico è realmente ricattabile, non sul piano penale ma su quello di immagine e quindi economico (e finché questo sarà possibile vuol dire che di strada ce n'è tanta da fare verso la libertà). Per tutto questo ogni attacco alla libertà della rete, fatta in nome di qualsiasi forza maggiore, è un attacco alle nostre libertà.
Ma di tutto questo non si parla molto. Avremmo sì tre reti televisive pubbliche, e che fanno pure tanti sforzi per migliorare. Ad esempio han preso sei giovani nuove annunciatrici, due per canale, di bell'aspetto (dalla pronuncia incerta, ma non si può avere tutto) e oplà la tv è rinnovata.
Perché mi soffermo sulle povere, incolpevoli annunciatrici? Ma per cercare di non pensare a tutti i nauseanti, giornalieri accadimenti della nostra politica. Quando raggiungeremo il fondo?
Noi ci illudevamo, una volta, di avere a breve anche qui, come parte d'Europa ha già, le unioni civili. Oggi speriamo solo che almeno non riprendano le periodiche irruzioni della polizia nei locali gay, che sono ancora un ricordo abbastanza recente.
Stiamo rischiando veramente di tornare indietro oppure sono io che ho una visione troppo pessimistica della situazione? E dire che non dovrei, non sono neppure incappato, io che sono teledipendente, nella nuova campagna ministeriale anti AIDS.
Dai commenti di chi l'ha vista pare sia appunto una campagna "anti" sieropositivo, assomiglia molto alla prima antica campagna ministeriale che suggeriva di stare alla larga da chi l'AIDS l'ha o da chi coi suoi comportamenti (leggi: omosessuali) potrebbe rischiare di averlo. In tutto il mondo si martella ossessivamente sul sesso sicuro e quindi sul preservativo, con artisti della grafica che si sbizzarriscono a disegnare e fotografare questo gioiellino di gomma traslucida, nei modi più creativi, divertenti e accattivanti. Qui, invece, siamo restati al giochetto di parole "AIDS significa Avete Idea Della Sofferenza", come se servisse investire ancora energie per associare al virus altra negatività, come se lo scopo della campagna non fosse di informazione per un comportamento non pericoloso bensì per rimuovere meglio la malattia dalla mente nel momento che si sta entrando nella camera da letto.
Per fortuna che qualcuno si dà da fare nel verso giusto. Mi ha scritto Carmine Urciuoli per raccontarmi quello che stanno facendo a Napoli all'Arcigay. La loro campagna si chiama "Gli effetti degli affetti" e, oltre, come si conviene, come ci aspettiamo, parlare di preservativi dà un taglio nuovo, finalmente: si parla di affetti, di relazioni, di gesti, di scelte di vita.
Già il titolo è bello ed evocativo. poi si fanno aiutare da frasi di poeti, come Pessoa, o da scrittrici, come la Yourcenar, infilando qui e là dei semi nuovi, inusuali, in una campagna di prevenzione. Proprio bravi. Se volete altre informazioni cercateli allo 081 55 28 815 (mercoledì e venerdì dalle 17:00 alle 20:30) oppure scrivete loro ad aids.arcigaynapoli@libero.it
Un orecchio in più che ci ascolta e, soprattutto, un consiglio in più quando ci serve sono cose preziose. Credo proprio i consigli sappiano darli giusti, grazie a loro è la prima volta che in una campagna di prevenzione vengono distribuiti preservativi differenziati (extralarge, forti, ecc.) spiegando per bene a che servono le differenze.
Si avvicina il Natale, quello laico dei regali. Pensate alla gioia e al divertimento vostro e dei vostri amici: regalate e fatevi regalare tanti preservativi e lubrificanti. E bando alle ipocrisie: il 25% delle nuove infezioni avviene all'interno delle coppie. Vecchia storia, soprassediamo. Ma questo basta per autorizzarci a regalarlo anche agli amici in coppia, magari contrabbandandolo per un regalo un po' goliardico, comunque una piccola scorta a portata di mano è sempre utile per le emergenze, anche quelle meno lecite o proprio inconfessabili.
Il mese scorso non avete letto nulla di mio su Pride, non stavo bene. L'indisposizione, ma soprattutto la sovraesposizione allo schermo televisivo, mi hanno reso più severo e scostante del solito. Me ne scuso. Auguriamoci che le notizie siano migliori, o almeno che mi si fulmini lo schermo che incombe sul letto.
Una noterella per finire con leggerezza. Ho finalmente trovato il lavoro che sarebbe adatto a me: il "consulente personale per gli acquisti". Questa figura professionale, molto diffusa negli Stati Uniti d'America, meno da noi in Europa, si occupa di accompagnare il cliente che lo desidera, in giro per il grande magazzino consigliando per gli acquisti, soprattutto di articoli dove si debba possedere un certo talento creativo o una grossa conoscenza nel campo dell'arte, come comprare abbigliamento, arredamento e oggetti preziosi. Di solito svolto da gay o da donne, prevede oltre ad un salario fisso anche delle provvigioni sugli acquisti. Dato che su abbigliamento ed arte non sono più aggiornato, e dato che i mobili, qui, si prendono all'Ikea (o anche altrove, ma mai e poi mai daremmo provvigioni a qualcuno, siamo personalmente tutti ferratissimi su arredamento e ninnoli decorativi e il gusto non ci manca), non ho molta scelta. Ecco il mio campo: i preservativi. Dopo aver maltrattato scatole e scatole di preservativi di ogni marca condti con i più svariati lubrificanti, ora mi sento all'altezza di consigliare con sapienza nella raffinata tecnica del sesso sicuro e piacevole. Dubitando comunque di trovare siffatto impiego in breve tempo, almeno scrivetemi per richiedere qualche consiglio gratuito, sono stufo di rispondere solo di malattie veneree. Almeno sotto Natale! Come regalo! Fatemi parlare un po' di quel che mi piace di più.
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