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Avevo 18 anni e stavo studiando a memoria la Rapsodia op.79 n.1 di Brahms, un compositore a me sempre particolarmente caro, per la preparazione al mio esame di ottavo corso al conservatorio. E mentre studiavo l'episodio centrale con quella ripetizione del fa diesis tenuto alla mano destra quasi ossessiva, mi vennero in mente i rintocchi di una campana e improvvisamente mi ricordai di una chiesina che avevo visto a Sabaudia tanti anni prima, dove con i miei genitori d'estate, nel mese di agosto, ci recavamo per trascorrere le nostre vacanze. In quel periodo infatti abitavamo a Frosinone e anche quando successivamente ci trasferimmo ad Avezzano continuammo ad andarci. Non sapevo nel momento se il mio era realmente un ricordo o se quella chiesina me la fossi sognata, così mi ricordai che da qualche parte in casa doveva esserci un vecchio libretto di quelli a fisarmonica con foto di Sabaudia e del Circeo. E infatti scoprii che quella chiesina esisteva davvero ed era (ed è) il santuario di Santa Maria della Sorresca, in riva al Lago di Paola.
Il mio ricordo si estese alle passeggiate che facevamo con mia madre
( e mio fratello) fino ad arrivare proprio alle rive di quel lago le cui acque, quasi nere, le mettevano addosso una forte inquietudine. - Non ho mai visto un lago dalle acque così scure - diceva sempre, ma a me dava uno strano senso di pace e di sicurezza e mi sentivo attirata da quell'acqua scura e profonda: non c'erano muretti nè steccati a riparo ed un semplice pontile di legno, dove evidentemente approdavano le barche dei pescatori, pareva quasi invitare a immergervisi dolcemente...forse per me era come un consolante ritornare al grembo materno. Infatti avevo appena 4 anni.


Meravigliosa Sabaudia, meraviglioso Circeo dalla sagoma magica ed imponente che ci faceva pensare tanto ad un vescovo coricato con la tiara in testa....
E le mangiate di fritto misto di mare (squisito!!) in un ristorante proprio al Circeo con la terrazza che dava direttamente sul mare, oppure il timballo di riso nella trattoria di Sabaudia di fronte all'enorme sterrato che conteneva la gigantesca nave-scuola Caracciolo...e la musica dai yuke-box (per esempio Resta cu'mmè di Domenico Modugno), le passeggiate davanti alle villette e agli chalet con il profumo della peperonata che si sentiva nell'aria e le altissime agavi in fiore che mi facevano tanta paura perchè, storte come erano, temevo mi dovessero cadere addosso!


E poi la tragedia sfiorata. Una mattina come sempre eravamo in spiaggia ed i miei genitori si stavano preparando per andare via. Mio fratello,più grande di me di 4 anni, ad un certo punto mi disse:-facciamo una gara a piedi a chi arriva più lontano?- (in mare naturalmente). Io, nonostante avessi il salvagente, ben presto non toccavo più il fondo e caddi a faccia in avanti e proprio quel maledetto salvagente mi impediva di rimettermi in piedi. Cominciai a bere e ad annaspare, mentre mio fratello cercava una canna che aveva raccolto in spiaggia e che aveva perso e non si accorse che io stavo annegando. Mia madre che aveva sempre fisso lo sguardo su di noi, proprio in quel momento si era distratta per un attimo e quando sollevò lo sguardo...io non c'ero più! Un urlo disperato: -Annaaaa!!!!! Dov'è la bambinaaa???- e mio padre, eccellente nuotatore,con un balzo si tuffò in acqua vestito (aveva anche le scarpe!) e mi salvò. Segue un ricordo molto sbiadito...vomitavo acqua, c'era della gente intorno a me e qualcuno (forse mio padre stesso) mi praticò la respirazione bocca a bocca.
Non mi mette angoscia però ricordare quell'episodio, anzi, al contrario, il ripensarci mi dà un senso di grande consolazione. Penso che se fossi morta allora, sarebbe stato molto dolce perchè non c'era la paura della morte a quell'età e mi sarei risparmiata un sacco di sofferenze e di dolori che arrivarono inevitabilmente in seguito. Era un ritornare al luogo dal quale ero appena arrivata, solamente quattro anni prima.....
Ma il trauma evidentemente mi è rimasto. Io adoro il mare ed ho anche imparato a nuotare, però purtroppo riesco a farlo solo dove tocco il fondo e con il mare calmo. L'idea di buttarmi da una barca o da un trampolino non mi sfiora neppure lontanamente, entrerei subito in panico e rischierei seriamente di annegare.
Comunque oggi sono quì, grazie a mio padre che mi ha salvata, ho un figlio meraviglioso che in caso contrario non sarebbe mai nato, sono diventata professoressa di pianoforte ed, anche se mi sono dovuta sempre conquistare tutto ciò che ho con grande fatica ed impegno e non mi è stato regalato mai niente, alla fine devo dire che sono felice di esserci, felice di essere viva!!!!
Ah, dimenticavo di dire che all'esame di ottavo anno presi 10 e il brano che ricordo con maggior soddisfazione per come lo eseguii e lo interpretai, fu sicuramente la Rapsodia op. 79 n.1 di Brahms!!!!!!!